Le aziende e il rischio politico


Le aziende a vocazione internazionale devono tener conto di una nuova fattispecie di danno potenziale, quello derivante dal rischio politico. Antecedentemente agli attentati dell’11 settembre 2001 e alla rivoluzione digitale, il rischio politico veniva considerato all’interno del country risk, che comprendeva anche il rischio commerciale e il rischio economico. Unitamente a quelli terroristico, criminale ed etico, quello politico è un rischio esogeno. Il rischio politico afferisce ai cambiamenti sociali, politici e istituzionali di un Paese, in particolare a eventi di grande impatto come disordini, dispute territoriali o di potere, sicurezza energetica, sicurezza idrica, sicurezza alimentare, stabilità di governo, situazione economica e finanziaria, conflitti interni o di guerriglia, conflitti esterni. I rischi politici aumentano principalmente a causa dell’inasprimento della violenza politica.

Le politiche sociali hanno l’obiettivo di proteggere i cittadini dai rischi sociali, cioè dall’esposizione a eventi che incidono sulle condizioni di vita delle persone (povertà, disoccupazione, analfabetismo o scarsa istruzione, malattia, disabilità ecc.). Quando queste falliscono o non raggiungono gli obiettivi promessi, inducono gruppi di scontenti – più o meno organizzati – a intraprendere manifestazioni pubbliche di massa (cortei, dimostrazioni, occupazioni ecc.), che in Europa talvolta si traducono solo in lievi disordini e raramente in rivolte. In molte altre aree del globo degenerano invece in sommosse e insurrezioni per motivi non solo sociali ma religiosi, etnico-razziali, politici per regimi o governi oppressivi, spesso accompagnate da estrema violenza, atti di vandalismo e forme diverse di criminalità, sino a sovvertire l’ordinamento di un stato.

Le manifestazioni pubbliche possono aver luogo in precisi periodi dell’anno, come ad esempio nelle ricorrenze civili e religiose, pertanto è possibile conoscere in anticipo quando cadono. Alcune manifestazioni nascono apparentemente in modo spontaneo o improvviso, in realtà sono organizzate al solo scopo di creare disordine sociale, dove i dimostranti fanno spesso uso di corpi contundenti e ordigni esplosivi o incendiari.

Stando poi alla teoria dello Youth Bulge, le società caratterizzate da elevate quantità di giovani, da scarsità di risorse, dalla mancanza di posizioni sociali di rilievo per un surplus di più giovani, sono molto più predisposte a disordini sociali, ad agire bellicosamente, a creare situazioni potenzialmente esplosive. Le società che di questi tempi presentano Youth Bulge più evidenti sono per lo più in Africa, in Asia meridionale, nel Medio Oriente e nelle isole del Pacifico.


Pressione demografica giovanile e mercati del lavoro che non riescono ad assorbirla, sistemi politici corrotti, tassi di crescita economica lenti o addirittura in recessione, costo delle derrate alimentari scosso dalle turbolenze della globalizzazione, mancanza di prospettive di cambiamento e presenza di gruppi e organizzazioni islamiste ci consentono di stabilire che vi sia un alto rischio politico nei Paesi arabi mediterranei.