L’acquisizione delle informazioni per la redazione della Scheda Valutazione Rischio Paese


Il Decreto Legge n. 7/2015, coordinato con la Legge di conversione n. 43/2015, recante “Misure urgenti per il contrasti del terrorismo, anche di matrice internazionale”, all’art. 19-bis sulle “Disposizioni in materia di sicurezza dei viaggiatori” recita:
«1. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, avvalendosi anche del contributo informativo degli organismi di informazione ai sensi della legge 3 agosto 2007, n. 124, rende pubblici, attraverso il proprio sito web istituzionale, le condizioni e gli eventuali rischi per l’incolumità dei cittadini italiani che intraprendono viaggi in Paesi stranieri.
2. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale indica altresì, anche tramite il proprio sito web istituzionale, comportamenti rivolti ragionevolmente a ridurre i rischi, inclusa la raccomandazione di non effettuare viaggi in determinate aree.
3. Resta fermo che le conseguenze dei viaggi all’estero ricadono nell’esclusiva responsabilità individuale di chi assume la decisione di intraprendere o di organizzare i viaggi stessi».
Il Ministero degli Esteri raccoglie, altresì, informazioni provenienti dalle ambasciate e dai consolati situati nei Paesi di interesse e sono in grado di fornire informazioni di interesse per la security. Si possono raccogliere altresì informazioni anche dai Ministeri degli Esteri di altri Paesi.
La Commissione per gli interpelli del Ministero del Lavoro ha precisato che l’obbligo di valutazione dei rischi del datore di lavoro comprende, tra l’altro, i cosiddetti “rischi generici aggravati”, ossia quelli legati alla situazione geopolitica del Paese (es. guerre civili, attentati, ecc.) e alle condizioni sanitarie del contesto geografico di riferimento.
Fa parte della strategia di sicurezza del Paese proteggere i propri cittadini e i loro interessi ovunque essi si trovino.

A disposizione di chiunque, per ottenere informazioni circa i rischi sociali, le leggi e la cultura del paese che si andrà a visitare per turismo o per lavoro, tenendo presente che ci potrebbero essere differenze anche tra una città e un’altra ubicata a soli pochi chilometri dalla prima, è utile visitare il sito https://www.viaggiaresicuri.it, curato dal Ministero degli Affari Esteri. Il sito contiene, tra l’altro, informazioni a carattere generale sulla sicurezza legata alla criminalità e al terrorismo. Si possono ottenere, inoltre, informazioni su: la documentazione necessaria all’ingresso nel paese, le vaccinazioni obbligatorie, le formalità valutarie, i divieti e le limitazioni di importazioni, le procedere per introdurre gli animali domestici; la sicurezza legata alla criminalità e al terrorismo; la situazione sanitaria, le malattie presenti, le avvertenze, la normativa sull’introduzione di medicinali per uso personale e le vaccinazioni consigliate e obbligatorie; la mobilità, sui dati del paese (codice, capitale, popolazione, superficie, fuso orario, lingue, religione, moneta, telefonia, meteo).
I paesi che necessariamente richiederanno particolare attenzione nella valutazione dei rischi sono i “Paesi a rischio” come definiti dal Ministero degli Affari Esteri o da altre fonti accreditate.
“Dove siamo nel mondo” (https://www.dovesiamonelmondo.it.) è invece un servizio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che consente agli italiani che si recano temporaneamente all’estero di segnalare i propri dati personali, al fine di pianificare con maggiore rapidità e precisione interventi di soccorso. La registrazione avviene in relazione alla tipologia di viaggio (turismo, lavoro, operatori umanitari e di cooperazione, media, sport, scuola-università-ricerca).
Unità di Crisi” è invece l’applicazione lanciata dal Ministero degli Esteri che, una volta scaricata (http://www.viaggiaresicuri.it/download-app) permette agli italiani che si trovano all’estero di ricevere in tempo reale informazioni utili per la loro tutela e sicurezza. Il viaggiatore, inoltre, se ha segnalato la sua presenza in un determinato Paese, può dare notizie sul suo stato di salute e far sapere al Ministero che sta bene se nel luogo in cui si trova si è verificata un’emergenza o un evento critico. La funzione “Crisis room virtuale” permette di collegarsi e dialogare in tempo reale con le ambasciate ubicate in un’area di crisi.
Le Ambasciate e i Consolati possono essere interpellati anche per ricevere informazioni circa la pianificazione del viaggio, mentre le Camere di Commercio italiane in loco offrono assistenza tecnica e commerciale alle aziende italiane. I Consolati possono anche rilasciare l’Emergecy Travel Document (ETD), un documento provvisorio di viaggio nel caso in cui a un cittadino italiano venga sottratto, abbia perso o gli sia deteriorato il passaporto (è valido solo per il rientro in Italia, salvo casi eccezionali).
L’art. 20, par. 2, lett. c), del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) attribuisce ai cittadini europei e ai suoi famigliari il diritto di godere, nel territorio di uno Stato non-UE in cui il loro Stato nazionale non sia rappresentato, della tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi altro Stato UE. Un cittadino europeo che si trova in uno Stato non-UE e ha necessità di assistenza può quindi, qualora manchi una rappresentanza diplomatica o consolare del proprio Stato nazionale, rivolgersi a quella di ogni altro Stato membro UE presente in quel territorio, e di ricevere il medesimo trattamento che sarebbe riservato ad un cittadino di quello Stato.


Oltre che dal Ministero degli Esteri e dai vari organismi nazionali, utili informazioni si possono ricavare da:
1. dati storici in possesso della società;
2. fonti locali e internazionali;
3. think thank;
4. Ministero degli Esteri e vari organismi governativi di altri Paesi;
5. report di organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative;
6. fonti aperte locali e internazionali.
In particolare, sul web si possono trovare molti studi e analisi corredate da mappe sui rischi in argomento e redatti da: think thank; istituti di politica internazionale; società di consulenza nei settori di risk management; società che offrono servizi sanitari e di sicurezza; società che offrono corsi di formazione sulla security, controlli di background e supporto in situazioni di spionaggio o rapimento; compagnie assicurative.
Molto utili e interessanti sono i rapporti annuali “Global Peace Index” e “Global Terrorsim Index” pubblicati dall’Institute for Economics & Peace di Sidney (Australia) le cui ricerche sono ampiamente utilizzare da governi, istituzioni accademiche, organizzazioni non governative e intergovernative, dalla Banca Mondiale e dalle Nazioni Unite.
Altrettanto utile e interessante il Global Terrorism Database, la più completa banca dati al mondo open source, che fornisce informazioni sugli attacchi terroristici nazionali e internazionali in tutto il mondo dal 1970 e include più di 200.000 eventi. Per ogni evento è disponibile un’ampia gamma di informazioni, tra cui la data e il luogo dell'incidente, le armi utilizzate, la natura del bersaglio, il numero delle vittime e, quando identificabile, il gruppo o l’individuo responsabile. Il database è gestito dal National Consortium for the Study of Terrorism and Responses to Terrorism (START) in collaborazione con l’Università del Maryland.

Concludendo:


La Scheda Valutazione Rischio Paese deve contenere quindi le informazioni necessarie per una valutazione preliminare del rischio e deve riportare una panoramica del Paese ospitante contenente informazioni di carattere generale che diano la possibilità di comprendere la situazione e il contesto al momento dell’inizio della trasferta del lavoratore. In particolare, dovrebbe riportare informazioni sul:
1. rischio politico (terrorismo, guerre civili ecc.);
2. rischio sociale (criminalità, disordini, sommosse ecc.);
3. rischio meteo-geologico (uragani, vulcani, terremoti ecc.);
4. sistema giuridico-legale (abuso di sostanze, tutela dei lavoratori, assicurazioni, assistenza sanitaria ecc.);
5. sanitaria (malattie, vaccinazioni, cibo, acqua, pronto soccorso ecc.);
6. incidenti/disastri (stradali, ferroviari, aerei ecc.);
7. rischi specifici presso la sede del lavoro.

19/03/2023