La minaccia terroristica che viene dall'alto


Alcune agenzie di intelligence riportano che gruppi terroristici potrebbero utilizzare i droni per compiere futuri attentati. Il drone, cioè un aeromobile a pilotaggio remoto (APR), è controllato attraverso un sistema wireless, tramite un computer da terra o a bordo di un veicolo, e può essere imbottito di esplosivo o sostanze nocive, teleguidato sino all’obiettivo e fatto esplodere. Nei confronti di razzi e missili, il drone è meno veloce e potente ma rispetto ai primi, vincolati a una traiettoria prestabilita, può tracciare nuove rotte così da cambiare direzione e bersaglio. In ambito civile o commerciale ne esistono di tutti i tipi e ve ne sono anche di poco più grandi di un insetto.
Gli Stati Uniti sono in allarme già da diversi anni. Il 28 settembre 2011 il cittadino statunitense Rezwan Ferdaus fu arrestato a Boston con l’accusa di aver progettato attentati contro il Pentagono e il Campidoglio che prevedevano l’utilizzo di droni imbottiti di esplosivo al plastico C-4 e guidati da sistemi GPS. Il 4 marzo 2013, il pilota del volo Alitalia 608 durante la fase di avvicinamento all’aeroporto internazionale J.F. Kennedy di New York, ha avvistato un drone di circa 3 metri di lunghezza e quattro eliche a circa 1.750 metri di altitudine (FBI New York, FBI Seeks Public's Assistance in Identifying, Locating Unmanned Aircraft and Operator, 05 March 2013).
Anche il Regno Unito è in allarme. Lo scorso gennaio è stato arrestato a Coventry Mohamed Al-Bared, dottorando di ricerca dell’università di Birmingham laureato in ingegneria meccanica, trovato in possesso di un drone dotato di una piccola fotocamera digitale e in grado di lanciare una bomba e da lui progettato, in parte realizzato forse con una stampante 3D. Il processo a suo carico è iniziato ad agosto e l’accusa sostiene che il drone era destinato allo Stato Islamico, di cui l’imputato è sostenitore.

Nato in ambito militare, il drone è oggi utilizzati anche in ambito civile, ad esempio per la sorveglianza aerea delle colture, per le riprese aeree, per il rilevamento geografico, la sorveglianza di security e altro ancora, divenendo così di facile reperibilità.
I droni civili, che si possono acquistare con qualche centinaio di euro o costruire con stampanti 3D, sono comunque già stati impiegati in Iraq e Siria e lo Stato Islamico ha chiesto ai suoi seguaci di utilizzarli armati con agenti chimici, biologici o radiologici (Europol è preoccupata che attacchi simili possano essere commessi in Europa).
Il basso prezzo, l’accessibilità all’acquisto, la facilità di trasporto e impiego, la capacità di non essere rilevati dai comuni sistemi di difesa aerea, fanno sì che i droni civili si stiano diffondendo rapidamente in tutto il mondo, purtroppo anche in aree di crisi o conflitto.
A partire dall’agosto 2014 lo Stato Islamico o DAESH ha inizialmente impiegato i droni civili per effettuare riprese aeree, al fine di alimentare i propri video di propaganda, successivamente per effettuare attività di ricerca informativa, sorveglianza e individuazione di obiettivi da attaccare. Un anno più tardi, nell’autunno del 2015, DAESH ha iniziato a inserire nel corpo del drone piccole quantità di esplosivo al fine di impiegarli come vere e proprie armi, mentre nell’ottobre del 2016 ha attaccato unità Peshmerga nell’area di Mosul simulando la caduta di un drone che è stato fatto esplodere non appena le forze curde sono accorse sul posto.

Tali tipi di attacchi possono sì causare un ridotto numero di vittime a causa della ridotta carica esplosiva, ma l’impatto sulla popolazione civile può provocare un grave senso di terrore e insicurezza.
Il generale di divisione aerea Giandomenico Taricco ha riassunto le tipologie di minaccia derivanti dall’impiego di un drone civile in contesti urbani o lavorativi da parte di un’organizzazione terroristica in:
1. fisica, avendo la capacità di colpire con sufficiente precisione soft target anche a discreta distanza;
2. informativa, perché può essere utilizzato per la sorveglianza di un’area e l’individuazione di possibili obiettivi;
3. proiettabile, perché può essere impiegato per il trasporto di sostanze e materiale illeciti (droga, armi, refurtiva ecc.);
4. psicologica, in quanto un attacco a sorpresa contro un soft target ingenererebbe nella popolazione civile, lavoratori compresi, terrore e psicosi collettiva.
Nonostante abbiano dimensioni e peso che rendono difficile la loro individuazione da parte dei sistemi di difesa aerea o controllo del traffico aereo, esistono diversi sistemi di contrasto, alcuni in via di sperimentazione: armi laser, cannoni sonici, disturbatori GPS e jammer o disturbatori di frequenza.
In Italia non esiste una normativa sull’utilizzo dei jammer, anzi, il codice penale punisce il loro utilizzo poiché possono interrompere o impedire comunicazioni telegrafiche e telefoniche (art. 617) e la loro solo installazione (art. 617 bis).

In ambito civile, i droni possono però essere utilizzati per la sicurezza aziendale – sorveglianza e riconoscimento - con enormi vantaggi quali l’accesso in aree difficilmente raggiungibili e una copertura a lungo raggio. Possono essere dotati di telecamera termica e impiegati in ambienti sia interni (depositi, magazzini, uffici ecc.) sia esterni (porti, centrali elettriche, dighe ecc.). Sono quindi un ottimo ausilio che integra la sicurezza degli asset aziendali già in essere e che ho consigliato in diverse mie consulenze.

12/09/2023